8 - L'arrivo a New York City
(com'è bello guidare per le street e le avenue. peccato che, una volta a piedi, arrivino le delusioni)

In meno di due ore di strade "minori" (cioè comunque con due corsie per senso di marcia, spesso con le carreggiate separate ma gratuite, con limiti di velocità inferiori (massimo 55 miglia l'ora, più facilmente solo 45mph) e senz'altro meno trafficate delle interstate) eccoci all'imboccatura del Lincoln Tunnel, uno dei tunnel che attraversano l'Hudson e portano a Manhattan. Mentre sono in coda per pagare il pedaggio (6$, nota curiosa, qui non si paga per circolare su strade che fanno invidia alla maggior parte delle nostre autostrade, però fanno pagare quasi dappertutto un pedaggio per attraversare i ponti e le gallerie) mi tornano in mente le parole di un amico circa il supposoto terrore di sbagliare l'uscita delle "tangenziali" newyorkesi, con il conseguente rischio per la propria incolumità (ad un amico dellìamico pare abbiano addirittura sparato)... sono sempre più convinto che non sia altro che una delle infinite leggende metropolitane che servono a dare alla grande mela l'aura che la circonda, forse soprattutto per noi poveri provinciali.
Non ho certo esperienze di guida ad ogni angolo del mondo, ma ho diverse centinaia di migliaia di chilometri sulle spalle, in auto o con mezzi commerciali, percorsi in italia e negli stati attorno e sono convinto che circolare sulle strade americane, anche se sono qui da pochi giorni, sia molto più semplice che altrove (ripeto, dove io sia stato): le indicazioni dei cartelli sono sempre molto dettagliate, se uno sa dove deve andare e conosce i quattro punti cardinali, sa sempre in che direzione sta andando, dato che le direzioni sono indicate con il numero della strada (che si spercorre o che si incrocierà) e la direzione geografica in cui la si percorre (ad esempio per arrivare a New York, questa mattina abbiamo fatto un centinaio di chilometri sempre seguendo la 17 East oppure South a seconda se la strada andasse verso l'oceano oppure verso il Messico, fnchè nei pressi di NYC abbiamo preso la 3 East, da cui abbiamo inforcato la 495 East e da qui siamo usciti allo svincolo per il Lincoln Tunnel, più semplice di così, non saprei.

Comunque, usciti dal tunnel mi sono sentito ancor più a mio agio: New York è costruita quasi totalmente secondo lo schema degli accampamenti romani: le avenue la tagliano da sud verso nord e le strette da est verso ovest, in pratica una enorme scacchiera, le strade hanno tutte almeno due corsie (alcune anche sei) e sono quasi tutte a senso unico. Con pochissimi riferimenti troviamo subito il deposito del noleggio a cui dovremo lasciare la Grand Prix e da li all'albergo impieghiamo altri cinque minuti.
Simona si ferma per la registrazione (e dovrà farsi quasi un'ora di coda) io riparto per portare l'auto all'Avis, poi mi incammino verso l'hotel e, prima sorpresa spiacevole, entrato in metropolitana, ecco che gli altoparlanti annunciano un guasto che blocca il ramo in cui mi trovo... ho capito, in albergo vado a piedi, fortuna che ho solo lo zaino!
Circa venti minuti di cammino e sono nella hall del Pennsylvania Hotel: sarà l'umore un po' inverso per la sudata (fuori ci sono 90° F ed un'umidità del 91%) o l'impressione di trovarmi in un souk arabo (ma popolato da ogni differente razza del genere umano) che le strade percorse per arrivarci mi hanno lasciato (la 42ª strada fino a Times Square e poi la 7ª fino all'incrocio con la 33ª strada, di fronte al Madison Square Garden, mica due vicoli del Bronx!) ma New York non mi ha fatto la stessa bella impressione che ho avuto entrando a Boston. Qui l'atmosfera è un po' triste e decadente (nonostante la quantità di turisti allegri, riconoscibilissimi mentre camminano lungo i marciapiedi), malgrado il sole, mi sembra di camminare per le strade di Blade Runner, anzi queste sono forse ancora un po più sotto tono. Speriamo sia solo un 'impressione!

Vedremo nei prossimi giorni cosa ci riserveranno i musei e l'upper east side prima, downtown, il village ed i dintorni dell'isola, poi.

uno dei due angoli di Times Square, forse il crocevia più famoso al mondo,
che però non ci ha fatto questa grande impressione.
a me personalmente ricorda le strade di hong kong
viste nei documentari di qualche anno fa,
alla scadenza della gestione amministrativa inglese...

...rispetto alle immagini dei documentari di cui sopra,
ecco una cosa che ho trovato carina,
l'insegna della tazza fumante, anche questa famosetta,
ma vederla di persona fa un'impressione molto differente dal vederla in foto;
nonostante ciò, eccovela qui

ultima foto del giorno, prima di rientrare in albergo,
mi ha attirato la vetrina di un negozio di atricoli elettronici,
dove spiccava una discreta rassegna di apparati anti-radar,
da montare sull'auto per evitare di farsi beccare dalla polizia
mentre si viaggia oltre i limiti di velocità...
qui in città sono inutili, il traffico viaggia al massimo a dieci all'ora,
dato che in pieno centro arrivano anche i camion con rimorchio,
però, visti i prezzi (economici) e ripensando a quanti mi superavano
lungo le highway, ho avuto il dubbio che siano molto diffusi