Il risveglio in questa mansarda evidentemente "rubata" allo spazio di casa dei titolari è decisamente gradevole, anche se, dovendo condividere il gabinetto e la doccia con l'altra camera che sta sul nostro pianerottolo, ed essendoci fatti anticipare dagli altri due ospiti, ci tocca aspettare quasi tre quarti d'ora perchè ci lascino campo libero. In ogni caso l'alberghetto è veramente accogliente ed il paesino decisamente caratteristico, con non più di venti case lungo due vie parallele, un distributore di benzina, cinque alberghi, tre ristoranti, un supermercato e quattro negozi di souvenir e, soprattutto, il lago "ristretto" che si stende di fronte.
La storia di questo lago, pur complicata è semplicemente riportabile: circa vent'anni fa, per dare acqua alla città di Los Angeles stesero delle tubature fin qui (se non sbaglio 224 miglia di distanza!) e cominciarono a pompare acqua, facendo via via affiorare terra e, su un lato della costa ed intorno ad un'isoletta delle conformazioni cristalline particolari, geologicamente (e turisticamente) interessanti. Continuando a pompare acqua, però cominciarono ad arrivare tempeste di polvere che nei secoli non avevano precedenti, che fecero innalzare l'inquinamento da polveri fino a sessanta volte oltre la soglia consentita dalla legge. Da allora (1994), un comitato controlla il prelievo d'acqua, con l'intento di portare il livello ad una quota ben precisa, oltre la quale le tempeste di polvere non dovrebbero (di nuovo) più alzarsi (sperano di arrivarci entro i prossimi 4 anni).
Nel frattempo comunque i turisti si godono il lago, pescosissimo e con acque sufficientemente calde da poterci fare il bagno in estate, ed il clima che, salvo le sempre più rare tormente di terra, è proprio gradevole.
Il paesino di Lee Vining, infine, è la porta ovest del parco di Yosemite, altro "fondamentale" dei parchi naturali stratunitensi, la cui fama è cresciuta ulteriormente dopo che, negli anni '80 è diventato la palestra naturale preferita dei rocciatori (prima californiani e poi di tutto il mondo).
Pur non essendo alpinisti, e tantomeno free-climber, abbiamo goduto moltissimo la visita al parco, perchè oltre ai paesaggi magnifici, anche qui c'è la possibilità di avere incontri ravvicinati con fauna e flora locale. Ad esempio, in un angolo di questo parco si trovano diverse sequoie giganti (non le più grandi al mondo, quelle famose come il "Generale Sherman" che ha una strada a due corsie sotto, per intenderci, e che si trovano in un parco un po' più a sud, queste sono alte comunque alcune decine di metri e vecchie di oltre duemila anni) e durante una escursione a piedi proprio verso questi giganti verdi, lungo il sentiero, abbiamo incontrato una femmina di daino che brucava tranquillamente a due passi da noi, che ci ha aspettati fino al ritorno per poi accompagnarci lungo la stradina per qualche centinaio di metri, prima di tagliare nel bosco e sparire sopra la collina.